Giorgio

Giorgio
Questo sono io in versione escursionista

domenica 27 gennaio 2008

MOUNTAINS ARE OUT

Finalmente ho gli occhiali nuovi, quasi interamente pagati dall'assicurazione sanitaria della University of Washington (e poi dicono che negli Stati Uniti non esiste il welfare state)! Così adesso posso passarmi le mie consuete ore giornaliere di studio/cazzeggio/aggiornamento blog, mail ecc. davanti al computer senza che i miei occhietti suscettibili arrossiscano e piagnucolino.


Quand'anche mi fosse rimasto qualche dubbio, gli ultimi giorni hanno confermato che il tempo di Seattle è completamente pazzo. Il termometro segna "finalmente" temperature da inverno, quasi degne del gelo bolognese che ho trovato a Natale (siamo tra i -2 e i 2 gradi). Ma la cosa strana è che c'è stato un magnifico sole e neanche l'ombra di una nuvola per quasi tutta la settimana! Ho potuto ammirare la cinta di montagne innevate attorno alla città. L'evento è assolutamente raro per gli standard seattlesi, tant'è che è stato inserito tra le news principali sulla home page della University of Washington. Cito testualmente: "The Pacific Northwest, famous for its dreary winters, is enjoying a cold, sunny week. All of the mountains 'are out', as the locals say, and visitors to the UW campus can see spectacular views from Rainier Vista". Ed eccolo qui il monte Rainier "out":


Bella foto, eh? Non l'ho fatta io, l'ho presa dal sito dell'università. Le foto da lontano zoommate mi vengono male col cellulare. Quest'altra invece è mia, è senza zoom e le montagne si vedono piccole piccole sullo sfondo, ma mi sembrava carina comunque.


A proposito di montagne innevate, sentite l'ultima del mio compagno di tedesco simpaticone, quello che l'altra volta ha tirato fuori il discorso dell'Italia e dello stivale. Venerdì la prof chiede se qualcuno ha programmi particolari per il weekend, giusto per fare un po' di conversazione in tedesco. Una tipa, carina e molto altezzosa, risponde che ha intenzione di andare a sciare, e dice il nome della montagna su cui si trova l'impianto. Interviene quindi Mark (il simpaticone) e dice che anche lui andrà a sciare, sullo stesso monte. Allora la prof: "Ah, che bello, ma andate a sciare insieme?". Lui risponde subito di sì, rubando il tempo alla compagna. Al che si vede lei che lo guarda con un'espressione sbigottita e schifata allo stesso tempo del tipo "Che cazzo dici?!", e tutta la classe si scompiscia di risate. C'è poi un'altra biondina, anche lei carina ma iperintroversa, che per quattro mesi non mi ha rivolto neanche mezza parola e che invece l'ultima volta mi ha salutato con un sorriso smagliante e mi ha chiesto: "Wie geht's?" ("Come va?" in tedesco). Mi è sembrato un gesto carino usare il tedesco e non l'inglese, così parliamo tutti e due una lingua straniera.

In realtà in questi giorni le mie attenzioni sono assorbite più da accademici vegliardi che da studentesse avvenenti. Ho contattato diversi prof che si sono offerti di aiutarmi per la mia tesi. Tutti incredibilmente disponibili ma, diciamo così, un po' attempati. Uno mi ha invitato ad andare a trovarlo per consultare la sua biblioteca di famiglia a Sequim (pronuncia "sqwim"), una cittadina di montagna dove a quanto pare si ritirano i pensionati dell'alta società. Ci andrei volentieri, ma come cavolo ci arrivo a Sequim, visto che ci vogliono ore di viaggio e non è collegata coi mezzi pubblici? Un altro si chiama Denny di cognome e appartiene alla famiglia che ha fondato Seattle. Quello con cui ho "ingranato" di più fino ad adesso si chiama Richard. Ci incontriamo ogni tanto allo UW Club, un circolo esclusivissimo riservato a docenti e personale dell'università in cui si paga tutto con la tessera di appartenenza al club per cui io non posso pagare e ogni volta mi offre il pranzo... La differenza qualitativa rispetto al cibo che si trova nei locali per studenti è enorme!

Bene, per oggi mi sono dilungato abbastanza, vi aspetto alla prossima!

giovedì 10 gennaio 2008

GEORGE IN THE U.S.A. - ATTO SECONDO

Ben ritrovati! Passato buone vacanze? Io mi sono circondato per qualche giorno dei miei affetti familiari e bolognesi. Ho perso la voce (e gli occhiali sull'aereo) ma sono contento!
Ed ora rieccomi sulla costa pacifica per il secondo round del mio soggiorno oltre oceano, che durerà esattamente il doppio del primo, quindi questa volta il sostegno dei miei supporters italiani mi è ancora più indispensabile, se no fino a giugno finisce che dimentico anche la lingua (...esagerato!).

Essendo appena arrivato non ho un granché di foto da mostrarvi... Accontentatevi di questa specie di "appartamento spagnolo" che si trova a pochi isolati da casa mia. Un alloggio per studenti con tanto di W su sfondo purple. Una casa della perdizione, tant'è che giornalmente si trovano nel giardino i resti dei festini delle sere precedenti. Qualche volta devo provare a infiltrarmi, considerato che questo sembra essere il tipo di enterteinment preferito dai miei coetanei qui... O meglio, dai miei colleghi di università, visto che ogni tanto mi guardo attorno nel campus e mi sembra di essere al liceo: età media 18-19 anni.


Per rifarvi gli occhi, ammirate questo piccolo souvenir del periodo natalizio a Lecce: il presepe nell'anfiteatro romano con personaggi a grandezza reale... Bello, eh? Di sopra c'è anche una stella cometa enorme che viene accesa di sera. Ai nostri amministratori locali piace spendere il bilancio comunale in queste amenità, come anche gli adesivi a forma di cuore sulle luci del semaforo il giorno di San Valentino o i tabelloni luminosi con messaggi inquietanti del tipo: "conferire i rifiuti neggli appositi cassonetti"... Poi fa niente se la gente si sfracella sulla tangenziale inaugurata meno di cinque anni fa perché l'asfalto fa schifo, ma almeno l'immagine è salvata. E poi, come dice Eduardo, il presepe piace a tutti e quindi ve lo propino:


Tornando alle cose di Seattle, questo quarter mi becco tre corsi: un altro "Second Year-German", "Game Theory for Social Scientists" (divertentissimo) e "Current Challenges of African Development" (fatto molto bene). A proposito, stamattina a tedesco uno mi ha chiesto: "What about people saying that Italy looks like a boot?", e tutti gli altri ridevano. Da che mondo è mondo tutti sanno che l'Italia è uno stivale. "And? It's true", gli ho risposto. Al che lui mi ha detto che pensava che gli italiani si sentissero offesi dal paragone con lo stivale. E io: "Why? It's geography... I come from the heel", e tutti continuavano a ridere come tanti scemi. Mi è venuto il sospetto che in inglese "boot" potesse avere qualche doppio senso, ma sul dizionario non ho trovato nessun significato sconveniente... Ora, di grazia, qualche anglofono o anglofilo potrebbe spiegarmi se sono io l'ingenuo o è l'umorismo dei miei compagni di classe che fa schifo?

Con questo interrogativo esistenziale vi saluto e vi rimando alla prossima!